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Il bisogno di informarsi nasce con l’uomo e lo accompagna sin dall’antichità, anche se di vero e proprio giornalismo per come lo intendiamo oggi, dobbiamo arrivare ai secoli più recenti. E tuttavia già nell’antica Grecia, così come ai tempi dell’Impero romano, abbiamo testimonianza delle prime forme di organi di informazione ufficiali, nonché di figure incaricate di declamare notizie di tipo civile e religioso.
La nostra sete di notizie e l’invenzione della stampa
La nostra sete di notizie è sempre stata accompagnata dalla voglia di un certo tipo di informazioni che oggi chiamiamo gossip; pensiamo ai subrostrani dell’antica Roma, i quali fornivano indiscrezioni di qualunque tipo ai cittadini disposti a pagare. Per secoli il sapere è stato trasmesso prevalentemente in questo modo e tramite la paziente opera di trascrizione dei monaci, finché, a metà del 1400, l’invenzione della stampa per mano di Johann Gutenberg non rivoluzionerà ogni cosa.
Il giornalismo moderno
La nascita dei primi giornali avviene in Europa settentrionale nel 1600: si tratta di quattro piccoli fogli che hanno cadenza regolare e un titolo specifico, destinati a un pubblico borghese e mercantile. La loro diffusione nel resto del continente è cosa rapida, anche se non possiamo certo parlare di giornalismo libero: le autorità controllano rigidamente ogni informazione, che del resto non raggiunge mai il popolo.
Contemporaneamente si sviluppa un giornalismo più colto, dove gli intellettuali hanno lo spazio per dibattere sui temi culturali, tecnici e scientifici più importanti del momento, o dove vengono pubblicate le prime recensioni dei libri.
È così che si sviluppa un pubblico più maturo, tanto che nel secolo successivo in Inghilterra nasce un giornalismo che ha come oggetto non solo temi alti, ma anche argomenti cari all’opinione pubblica. A stravolgere lo status quo è la Rivoluzione francese: l’informazione si fa portatrice di idee, programmi politici, polemiche e proclami, imponendo la libertà di stampa come fondamento di tutto il giornalismo a venire.
Il giornalismo contemporaneo
Terminata l’esperienza della Rivoluzione francese, la successiva Restaurazione mira a ripristinare il mondo precedente. Il giornalismo torna a essere prevalentemente colto, non abbandonando tuttavia le istanze rivoluzionarie. In Italia sarà fondamentale per dare voce alle idee unitarie e identitarie del Risorgimento, creando un vero e proprio giornalismo militante volto ad accendere non solo gli animi della borghesia, ma anche del popolo.
È in questo secolo che nasce la figura del giornalista professionista, un mestiere che richiede determinate competenze e un certo percorso di formazione.
Durante la Seconda guerra mondiale, la repressione autoritaria dei regimi totalitari porterà a un controllo estremamente rigido degli organi di stampa, che torneranno liberi solo al termine del conflitto.